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sabato 3 settembre 2016

Sam Mendes: studente a Venezia e “Voyeur” per lavoro

Sono qui per imparare". "Mi piace diventare studente. Per giudicare bisogna partire da uno stato vergine, bisogna isolarsi come capita sempre al regista che si trova sulla punta di una piramide e non ha nessuno con cui condividere le cose".

Parola del celebre regista Alexander Samuel Mendes, noto come Sam Mendes, che torna a Venezia in occasione della 73° edizione del Festival. Stavolta, però, come presidente della giuria che dovrà assegnare il tanto agognato Leone d’Oro. Eppure, al famoso regista britannico possono essere attribuiti diversi titoli fuorché quello di studente. Sarà, forse, perché il suo rapporto intimo con Venezia è nato quando aveva solo 18 anni che Mendes paragona se stesso a uno studente.
In una recente intervista rilasciata a laRepubblica, infatti, Mendes racconta del suo incarico al Guggenheim Museum di Venezia, durato quattro mesi e svolto quando era appena maggiorenne. Ai tempi, gli era stato assegnato il compito di controllare alcune opere di Jackson Pollock che tornavano al museo del capoluogo veneto dopo essere state esposte in una mostra a New York.

Il regista Sam Mendes
Da allora, Mendes, ne ha fatta di strada. Prima in teatro. Poi nel cinema. Dopo gli studi universitari a Cambridge si unì al Chichester Festival Theatre fino a diventare direttore teatrale alla Royal Shakespeare Company. Da ricordare, la sua direzione per "The Cherry Orchard" con Judi Dench che gli valse il Critics Circle Award come miglior esordiente.

E sempre come esordiente vide assegnare ben cinque Oscar, tra cui quelli prestigiosi di Miglior Film e Miglior regista, al suo primo lungometraggio “American Beauty” del 1999. Evento davvero raro nella storia degli Oscar.
Ad “American Beauty” seguono altri sei film di successo, sempre diretti da Mendes: Era mio padre (2002), Jarhead (2005), Revolutionary Road (2008), American Life (2009) e i due fortunati capitoli della saga di James Bond con Daniel Craig “Skyfall” (2012) e “Spectre” (2015).

Ma è il suo prossimo film ora in gestazione, tratto dal recente libro “The Voyeur’s Motel” scritto dal giornalista americano Gay Talese, a suscitare molte aspettative. Di certo non sarà semplice raccontare la storia (vera?) di un uomo che passò la vita a osservare i clienti del suo motel mentre facevano sesso attraverso un finto condotto di aerazione insonorizzato che scorreva lungo i soffitti di tutte le stanze e comunicanti da grate attraverso cui spiare i clienti. Ma gli occhi di Gerald Foos (questo il nome del voyeur titolare dell’albergo) non videro solo sesso. Inaspettato testimone di un omicidio consumato a causa di attività criminali legate allo spaccio di droga, Foos non rivelò mai alla polizia di aver assistito all’omicidio. Lo rivelò, invece, al giornalista Gay Talese, nel corso dei loro lunghi contatti epistolari e nei diversi incontri che avvennero tra i due a partire dagli anni ’80. Di tutti i racconti e rivelazioni che Foos fece negli anni, Talese ne ha fatto un libro di recentissima pubblicazione.

Illustrazione del New Yorker per l'articolo di Gay Talese
Un testo molto dibattuto e controverso. Intanto perché sono stati sollevati dubbi sulla veridicità di tutti i fatti rivelati da Foos a Talese (soprattutto quello dell’omicidio). In secondo luogo, sono state sollevate questioni etiche riguardanti la professione giornalistica. E’ eticamente corretto rivelare quanto scoperto solo dopo diversi anni dal loro accadimento, omicidio compreso? Gay Talese, che raccolse tutto il materiale da Foos in cambio del suo anonimato, non si rivolse alla polizia subito dopo aver appreso dell’omicidio, anche se il delitto era stato consumato ormai sei anni prima.
Solo adesso, a distanza di anni, Talese ha rivelato ogni cosa e solo dopo che, nel 2013, l’ormai 78enne Foos si sentì pronto a rendere pubblica la sua storia. Qual è il limite tra la segretezza della fonte, la responsabilità giornalistica e il dovere di denunciare alle autorità i crimini di cui si viene a conoscenza?

Tutto questo sarà raccontato nel prossimo film di Mendes, ma il come è tutto da vedere. Al momento, è in gestazione la sceneggiatura…

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