Fu proiettato proprio il 1° settembre del 1902 a Parigi ed è
tuttora considerato un capolavoro del cinema. L’immagine della luna con un
volto umano e con un enorme proiettile conficcato in un occhio è ancora una
delle icone cult del genere fantascientifico.
Stiamo parlando del film Le Voyage dans la Lune (Viaggio
nella Luna), realizzato dal geniale Georges Méliès, regista, illusionista e
attore teatrale parigino.
E’ considerato, dopo i fratelli Lumière, uno dei fondatori
del cinema. Ma a differenza di Antoine e Louis Lumière che erano maggiormente
interessati ad imprimere la realtà sulla pellicola, Georges Méliès era
affascinato dall’illusione e dai “viaggi attraverso l’impossibile”. Convinto ammiratore
dell’illusionista francese Jean-Eugène Robert-Houdin, Georges Méliès ne segue
le orme diventando a sua volta prestigiatore e illusionista, accentuando ancor
di più rispetto al suo ispiratore l’aspetto fantastico dei suoi spettacoli.
Le Voyage dans la Lune è un film muto ispirato ai romanzi “Dalla
Terra alla Luna” di Jules Verne e “I primi uomini sulla Luna” di H. G. Wells.
In poco più di una dozzina di minuti (per l’epoca già una lunghezza rilevante!),
si narra la vicenda di un gruppo di astronomi che pianifica e realizza un
allunaggio. Sparati da un cannone all’interno di un astronave dalla forma di
enorme proiettile, gli astronauti si schiantano sulla Luna, che ha un volto
umano, colpendola a un occhio. Una volta a destinazione, gli astronauti vengono
catturati dai seleniti, creature grottesche dalle sembianze umane che abitano
il satellite, e vengono condotti dal loro Re. Gli astronauti, però, riescono a
liberarsi e a fuggire facendo precipitare l’astronave verso la Terra.
Numerosi sono i primi rudimentali “effetti speciali”
presenti nel cortometraggio. Dall’apparizione e sparizione di oggetti e
personaggi all’umanizzazione di stelle e satelliti. A Georges Méliès si devono,
infatti, i primi “trucchi” cinematografici, alcuni di origine teatrale. Tra
questi ci sono, ad esempio, l’interruzione e la sostituzione: interrompendo la
ripresa e riprendendola solo dopo aver spostato un oggetto o sostituendo i
personaggi, si ottiene l’impressione della sparizione o apparizione di cose e
attori. Un altro effetto speciale utilizzato da Georges Méliès è lo “scatto
singolo” che gli permetteva di rendere animati gli oggetti inanimati facendo
avanzare la pellicola fotogramma per fotogramma. Altro escamotage era l’utilizzo
del mascherino. Oscurando in parte l’obiettivo, era possibile, ad ogni ripresa,
impressionare la pellicola solo parzialmente, consentendo l’accostamento di più
scene contemporaneamente.
Un’ultima curiosità su Georges Méliès: pare che dopo la
presentazione pubblica dei primi cortometraggi dei fratelli Lumière a Parigi
nel 1895, Antoine e Louis si rifiutarono di vendere a Méliès il cinematografo.
Così, Méliès se ne costruì uno suo nel 1896 brevettandolo col nome di kinetografo.
Nessun commento:
Posta un commento